TEORIA DELLE ARTI ARCANE
Capitolo I: Il Flumen Mirabilis: cos’è la magia?
La magia è un fluido, è l’Acqua Cosmica o Flumen Mirabilis descritto da ogni studioso.
In principio era solo energia. Pura e immensa, prima di tutte le cose visibili e invisibili, prima del mondo e prima ancora degli Dei stessi.
Assodato questo possiamo comprendere perché la materia risponda ai comandi dei maghi o di chiunque altro sia abbastanza sensibile da intuire queste correnti e manipolarle.
La magia è l’arte di influenzare e dominare gli eventi, i fenomeni fisici e gli individui, piegando il potere delle Correnti Elementali alla propria volontà.
Nel mondo della Valle dei Sogni, la pratica della magia è molto diffusa, sia accademica che naturale o altrimenti detta innata. Questo lo si evince grazie alla presenza di creature, come demoni e fate, capaci di magia per la propria natura.
In generale chi intende praticare l’arte magica deve fare propria un’ampia e complessa serie di conoscenze e dedicarsi ad anni di studio: questo vale sia per gli studenti di magia tradizionale che per le creature dotate di magia innata, i cui talenti sono spesso grezzi e difficili da controllare, e si attivano spesso in situazioni di stress emotivo sorprendendo perfino chi li possiede. La manipolazione delle correnti magiche produce effetti specifici, ma che tendono a sfuggire al controllo del manipolatore inesperto, risultando inefficaci o addirittura pericolosi.
Occorre quindi non solo una grande conoscenza di ciò che si desidera ottenere e come, ma essere dotati di forza di volontà, resistenza fisica, disciplina e autocontrollo. In linea di massima la magia è aperta a tutti, purché abbiano adeguata sete di conoscenza, dedizione e tempo.
La magia, per sua natura, è neutrale.
Sono gli usi che se ne fanno a essere “buoni” o “cattivi”.
La magia non è nemmeno una forza intelligente, ma ha delle propensioni di scopo e dunque di utilizzo. A questa regola si sottrae la magia proveniente dalle entità elementali: un essere divino, un angelo o demone ha dei piani d’azione, e la magia è un suo strumento per raggiungere i propri obiettivi. Queste entità influenzano i loro seguaci canalizzando in loro la magia: in questo caso la magia è sempre neutrale, ma modellata in funzione delle attitudini morali ed etiche, sia dei seguaci che della fonte.
Capitolo II: Storia delle Arti Arcane
La prima teoria formulata dagli studiosi fu quella delle Correnti Binarie.
Per lungo tempo la magia è stata distinta unicamente in due grandi famiglie: la Magia Bianca e la Magia Nera.
Questa partizione binaria è in realtà fuorviante e di scarsa capacità descrittiva. Nondimeno, se per tanto tempo i Maghi si sono affidati a questa dicotomia, essa deve avere una qualche rilevanza pratica, rilevanza che conserva tutt’oggi, specialmente con valenza didattica.
Colui che si accosti con criterio alle arti magiche, non deve però trascurare che altro è la tradizione, che nella sua rozzezza di fondo mescola le regole pratiche con la teoria, altro è la vera struttura che costituisce il nerbo della realtà sovradimensionale, di cui la realtà quadridimensionale che possiamo percepire con i cinque sensi non è che una semplificazione.
Le teorie duali si ritrovano in tutte le tradizioni magico-esoteriche, siano esse di carattere magico-laico che di carattere magico-religioso.
Nelle seconde rientrano tutti i filoni che puntano a descrivere la realtà del mondo: lo zoroastrismo, il taoismo mistico, il dualismo filosofico, le teorie del monaco orco Gruughab, la scuola teologica degli elfi di Nothayath, la scuola teologica del Re Divino e così via, esse vengono individuate in genere come Scuole Manichee.
Le teorie ternarie rappresentano il tentativo empirico di ricondurre la complessità delle correnti alla semplicità del manicheismo. Esse stanno alla magia come la teoria cosmologica di Tycho Brahe sta all’astronomia.
Ognuno sa che, nel momento in cui l’osservazione dei pianeti con strumenti più raffinati dell’occhio nudo rivelò che non era il Sole a girare intorno alla Terra, il grande astronomo Brahe s’ingegnò per trovare il modo di far concordare i sacri testi, che ciò dicevano, con la realtà delle osservazioni. Per questo inventò un modello cosmologico in base al quale se era vero che tutti i pianeti ruotavano intorno al Sole, tuttavia il sole avrebbe ruotato intorno alla Terra.
Si trattava chiaramente di una assurdità, costruita per semplicità filosofica. In effetti, non v’è chi non sappia che in realtà la non è la Terra a girare intorno al sole, ma il Sole a girare intorno alla Luna, mentre tutti gli astri girano intorno Sole. Ciò è stato dimostrato con lampante certezza dal mago Ihrastsze, in una serrata battaglia dialettica con il suo collega e Maestro Gurtum, che fu sconfitto e incenerito da Ihrastsze stesso al termine del duello, come previsto dalla regola dei duelli magici all’ultimo sangue.
In ogni caso, le scuole ternarie tentarono di fare lo stesso con la magia. Constatando che esistevano fenomeni che non rientravano nella prevedibilità delle equazioni magiche manichee, esse dichiarano che esiste la magia “bianca”, quella “nera” e quella “grigia”. La magia “grigia” si potrebbe definire “neutra”, e in essa ricadrebbero tutti quei fenomeni che non hanno una collocazione incanto-logica ben chiara, come l’evocazione degli spiriti, il contatto medianico, la lettura delle scritture magiche.
Si tratta, evidentemente, di un ennesimo tentativo di riduzione dell’infinita complessità delle correnti magiche ad un’impossibile unità, la cui ricerca non è solo vana, ma anche scientificamente fuorviante.
Non si può negare, tuttavia, che anche le scuole ternarie abbiano avuto i loro successi ed abbiano contribuito alle arti magiche, tanto che per un certo periodo nello stesso Conclave si formò una corrente di pensiero ternaria, il cosiddetto “circolo del piccolo Conclave”, o “Camarilla delle tre Vie” che propugnò senza successo la strutturazione degli studi magici su queste basi.
Il lascito principale di queste teorie è stato l’aver messo in dubbio la capacità descrittiva delle teorie binarie, ed aver così aperto la strada allo studio disincantato del Flumen, conducendo così dapprima alla Teoria Unitaria, quindi alla ristrutturazione degli studi magici nell’attuale sistema detto della Rosa delle Forze.
Sono teorie ternarie la teoria minore dei chierici di San Thomas (scomunicata dalla Chiesa del Re Divino), la teoria delle Tre Vie di Lazarev e Kamp, la teoria della Scuola Nanesca di Plaumkitsch, la teoria dei Tre Cerchi di Beyram il giovane.
Dobbiamo al grande Mago Haste Gabos la nascita della magia moderna o Teoria Unitaria delle Numerose Correnti (TUNC) o Teoria Generale degli Ultra-versi
Vissuto sotto Breszerax Selede Krutha, Gabos si formò alla scuola di Naomis Kamp, dama della stirpe degli elfi, e seguace della teoria delle Tre Vie. Kamp si era unita ad un gruppo di maghi che si auto qualificavano “grigi”, ed erano caratterizzati da una grande spregiudicatezza nel pensiero, e da una assoluta mancanza di schemi preconcetti nell’affrontare gli studi magici.
Gabos si separò dalla scuola quando Kamp, elfa egocentrica, lunatica e aggressiva, come è tipico della sua stirpe, impazzì definitivamente e intraprese una relazione con un cane mastino, prese a girovagare nuda in gennaio ed a percuotere senza ragione i propri allievi proferendo orribili minacce.
Il giovane Gabos riprese quindi gli studi presso l’accademia del Conclave – all’epoca dominata dalla declinante scuola magico-esoterica di natura binaria – diplomandosi a pieni voti in Magia Bianca, e divenendo egli stesso Docente di Magia Bianca
Durante le sue ricerche, però Gabos aveva rilevato che, tra i problemi insoluti della magia ve ne era uno particolarmente ostico: l’incantesimo di trasmutazione dei passeri in pipistrelli non rispondeva all’equazione dicotomica: 1 materia + 1 fluido magico = 1 materia incantata + 0 fluido magico.
In seguito all’incantesimo, invece del pipistrello incantato previsto dalla formula, si ottenevano sempre un pipistrello reale e non incantato, una scarica di scintille e una mosca violetta che spariva in una nuvola bianca in qualche istante. Questo evento, noto come “eccezione di Morgana” aveva fatto impazzire i più grandi maghi del tempo.
Secondo la tesi dell’epoca, il fenomeno era dovuto al fatto che il tramutare i passeri (creature “bianche”) in pipistrelli (creature “nere”) comportava il passaggio attraverso due diversi stati della magia, il che avrebbe comportato un non meglio specificato “attrito spirituale”. Le scintille e la mosca instabile venivano quindi, dalla teoria binaria, indicate come “limatura” del salto di stato.
Gabos riuscì, dopo lunghi studi, a realizzare una trasformazione di passeri in pipistrelli che non diede né scintille, né mosche viola, risolvendo l’eccezione di Morgana.
Come aveva fatto?
Gabos aveva intuito che l’”attrito” altro non era che il risultato dell’interazione, nel corso dell’incantesimo, di ulteriori flussi di esistenza che venivano occasionalmente a contatto con il flusso di esistenza del mago che si produceva nell’incantesimo. Sapendo ciò, aveva modificato l’incantesimo, così che la trasmutazione non comportasse uno spostamento di “stato”, giacché tanto il passero quanto il pipistrello sono animali di questa dimensione, ed aveva eliminato l’”attrito”.
Divenne così evidente che il “Flumen Album” e il “Flumen Niger” erano solo due descrizioni arbitrarie della realtà, il che indusse al suicidio l’allora rettore dell’Accademia, autore del libro “La dicotomia naturale della magia”, caduto preda di una nera depressione.
Ciò che chiamiamo “il Fiume” è infatti l’insieme di tutti i piani o meglio, di tutte le correnti di esistenza. Ciascuna corrente è al proprio interno logica e coerente, ed è governata da leggi logiche e coerenti. La nostra normale realtà sensibile, ad esempio, è regolata dalla forza di gravità, dalle leggi della termodinamica, dall’elettromagnetismo e così via. Ma in altre correnti esistono regole diverse: esistono correnti con leggi opposte, altre con leggi aliene. Le leggi che governano una corrente possono essere o non essere compatibili le une con le altre.
Così esistono correnti maggiori e minori, micro-correnti che corrono parallele a correnti maggiori, determinando il mare delle possibili alternative a un medesimo evento, correnti “carsiche” che corrono all’interno di altre correnti costituendo canali privilegiati di comunicazione e così via.
Non tutte le correnti sono popolate, ma quando lo sono, la loro popolazione è formata da esseri in sintonia con la propria corrente. Esistono così flussi (o “piani”) angelici, demoniaci, spirituali e quant’altro.
I flussi sono comunque tutti tra loro intrecciati, proprio come le correnti di un fiume.
I Maghi e più in generale tutti i soggetti fruitori o anche solo uditori di magia – i cosiddetti “sensitivi” – percepiscono e, se sono in grado, creano o modificano, i contatti tra le correnti, così producendo modificazioni “impossibili” nella propria corrente. Agli occhi di chi sia coerente con la propria realtà queste alterazioni appaiono come “sovrannaturali” e dunque miracolose per il magico-religioso o arcane per il magico-laico.
Si tratta, però, pur sempre di piani di realtà, a modo loro “naturali”, alcuni più potenti, altri meno. Ciò che comunemente chiamiamo “Dei”, ad esempio, quando esistono e non siano semplici costrutti artificiosi altro non sono che abitanti di flussi governati da leggi tali da permettere alle entità che li popolano di modificare la nostra come anche altre correnti di esistenza senza il nostro consenso o controllo. La venerazione serve, quando serve, a placarli se sono sensibili, ma spesso gli atti di devozione di chi non è in contatto con essi sono del tutto inutili, e costituiscono semmai una forma di organizzazione della vita collettiva che non ha nulla a che vedere con il “soprannaturale”.
A oggi, la TUNC rappresenta la frontiera più avanzata della ricerca magica. Sulla scorta delle intuizioni e degli studi di Gabos i moderni maghi di della Valle dei Sogni hanno accesso a un livello di consapevolezza sconosciuto in passato, che concede loro, talvolta, poteri immensi. Ciò non significa, naturalmente, che essi siano sempre in grado di controllarli, né che ci tengano particolarmente ad estendere queste conoscenze oltre la cerchia dei loro adepti.
Nuova Classificazione delle Scuole Arcaniste: La Rosa degli Elementi
La TUNC fornisce al Mago la capacità di comprendere e interpretare (ammesso che lo voglia –vedi le teorie della magia religiosa-) le innumerevoli realtà che compongono il Fiume. Tuttavia, occorre riconoscere che, benché astrattamente siano infiniti i modi per attingere alla magia, nel Regno di della Valle, e in molte comunità magiche umanoidi, si sono consolidate alcune interpretazioni, arbitrarie ma utili ai fini pratici, delle forze in grado di interagire con la realtà.
Il Conclave, dopo il secolare periodo di subbuglio causato dalla pubblicazione delle scoperte del Maestro Gabos, e al conseguente (per molti versi ingiustificato) discredito delle scuole magiche binarie, si adoperò per ricercare una nuova organizzazione unitaria del sapere magico, che tenesse conto della “rivoluzione gabosiana”, inquadrando i fenomeni. Ciò avvenne circa ottocento anni or sono.
Le arti magiche vennero riclassificate, basandosi sul manicheismo dicotomico “corretto”, in quattro grandi Classi correlate all’elemento (aria, fuoco, terra, acqua) cui erano più affini, e ciascuna delle classi fu divisa in due Orientamenti, rispettando grosso modo la antica partizione in magia “bianca” e “nera”, ma eliminando l’aspetto morale che aveva caratterizzato la suddivisione.
Simbolo di questa nuova concezione è la Rosa degli Elementi, costituita da una rosa araldica a cinque petali (a ricordo del pentacolo magico) circondata da una stella a otto punte alternate bianche e nere.
Ciascuno degli otto Orientamenti fu affidato a un Gran Maestro Arcanista, con il compito di gestire una scuola entro l’Accademia e di perpetuare gli insegnamenti delle arti dell’orientamento. I Grandi Maestri Arcanisti vennero a costituire la Tavola Alta del Conclave, che ancora oggi è l’organo più importante della comunità magica.
All’interno della Tavola Alta i tre maghi più eminenti (detti Sommi Arcanisti) costituiscono la Somma Cattedra, che è nominalmente solo l’ufficio di presidenza del Conclave. In pratica, tuttavia, il tradizionalismo tipico della casta magica ha finito con il perpetuare anche la tradizione del Triangolo.
Un lascito meno nobile, delle teorie ternarie è costituito dall’essere state alla base di una grande innovazione nel Conclave che ancor oggi non risulta superata: la Camarilla delle Tre Vie, infatti, costituì il modello della Tavola del Triangolo (o semplicemente Triangolo), una commissione ristretta costituita dal rettore dell’Accademia –allora sempre un mago “bianco”- in rappresentanza della Magia Bianca, dal docente titolare della Cattedra di Magia Nera e dallo Scabino Maggiore (capo della disciplina) della commissione disciplinare dell’accademia stessa (un mago “neutro”, quindi grigio).
Nata come organo accademico, la Tavola del Triangolo divenne in breve tempo, in ragione della autorevolezza dei suoi membri, il vertice della comunità del Conclave. Venne soppressa formalmente con l’accettazione ufficiale della Teoria Unitaria, ma di fatto resistette e resiste tutt’ora, tanto che i tre Sommi Arcanisti sono ancora noti come il Bianco, il Nero e il Bigio (o Grigio). Attualmente, questi posti sono occupati dai Sommi Shalimar la Bianca, (elfa, esperta in magia di controllo della mente), Lendela la Nera, Silthanos il Grigio.
Ai Sommi Arcanisti non è attribuito alcun potere ulteriore rispetto alla presidenza della Tavola Alta, ma la loro opinione è tenuta in massima considerazione, e spesso è considerata come fonte d’autorità, tanto da far sospettare, in certi casi, che il vero potere nel Conclave non sia detenuto dalla Tavola Alta, ma piuttosto dalla Somma Cattedra.
Ciò ha indotto autorevoli esponenti del Conclave stesso a chiedere pubblicamente l’intervento della Corona perché abolisca la tradizione della Somma Cattedra.
Appendice Prima: Le Scuole di Magia riconosciute dalla Corona
L’organizzazione del Conclave e la logica dell’insegnamento delle Arti Magiche non è mutata per molti secoli.
Attualmente sono autorizzate all’insegnamento della Magia Applicata l’Accademia della Città della Magia nel Ducato del Witchcraft e, con dei limiti, la Scuola di Magia della Torre Azzurra a Kromdar. Vi sono poi scuole esclusive, come l’Accademia Magica di Eruvyanne delle Terre Elfiche, ad uso esclusivo degli elfi.
Appendice Seconda: Lo scioglimento del Conclave
Gli ultimi tre Sommi Arcanisti, Shalimar la Bianca, Lendela la Nera e Silthanos il Grigio, furono colpevoli della rivolta del Conclave contro la Corona e del tentativo di colpo di stato fortunatamente represso. Da allora il Conclave è stato sciolto e ciascuna scuola di magia si regola in autonomia.
Capitolo III: I Maghi della Valle dei Sogni
Nel mondo della Valle dei Sogni gli esseri realmente refrattari alla magia sono pochissimi.
Tuttavia, esistono molte possibili sfumature della capacità di percepire i flussi e di interagire con essi. In generale possiamo distinguere tre grandi categorie di praticanti:
I “maghi accademici o alchemici” o maghi in senso stretto, sono i soggetti che hanno sviluppato scientificamente la propria capacità magica, attraverso lo studio e la pratica.
I “maghi rituali” come gli sciamani, i druidi e i chierici, praticano una forma di magia rituale, entrando in connessione con una dimensione o un’entità elementale.
I “maghi naturali” ossia i soggetti in cui l’esercizio della magia è innato, come l’atto del respirare o il movimento delle gambe. Queste creature, come le fate o i demoni, costituiscono alternative alla struttura coerente della corrente di esistenza. Il loro sangue è frutto di antichissime interazioni con altre correnti di cui si è persa memoria. Non necessariamente gli esseri fatati possiedono poteri magici, ma è comune che fra di essi si trovino sciamani o maghi naturali.
Tra tutti costoro, soltanto i maghi alchemici migliori e alcuni fruitori di larghe vedute comprendono realmente e apprezzano appieno il senso della Teoria Unitaria. Per molti, primi fra tutti i religiosi, essa ha spesso un sapore vagamente eretico, e comunque rappresenta spesso un mare troppo vasto per potercisi muovere. In fin dei conti, ai fini della pratica della magia, non è così necessario comprenderne appieno la natura e la trama del Flumen Mirabilis: le scuole manichee hanno prodotto grandi maghi e maghe, benché in diverse applicazioni essi non fossero in grado di dare spiegazioni soddisfacenti.
La conseguenza più evidente di questo stato di cose consiste nondimeno nel fatto che pochissimi maghi e maghe, a oggi, padroneggiano incantesimi complessi, che coinvolgano grandi quantità di energia, mentre la stragrande maggioranza dei praticanti di arti magiche nel Regno della Valle è in grado di compiere incantesimi di struttura semplice e di effetti tutto sommato limitati, come i maghi militari.
Un aspetto è comune a tutte le categorie di praticanti è il talento, o la propensione verso una corrente o una dimensione elementale. Questo spesso permette di progredire più rapidamente e con risultati più efficaci.
La natura o l’origine di questo “talento” non è ancora stata scientificamente provata, la teoria più caldeggiata dagli studiosi riguarda il luogo e il momento del concepimento del mago o della maga in questione. L’atto della fecondazione e l’energia che sprigiona si connette alla trama del Flumen Mirabilis “appiccicando” al nascituro un marchio, un’impronta, che svilupperà più o meno proficuamente per il resto della sua via.
Il mago accademico inizia la sua strada cercando uno o più maestri che lo istruiscano nella teoria delle arti magiche e gli insegnino a lanciare incantesimi. Man mano che il mago apprende conoscenza si trova nella necessità di trovare maestri più abili che lo facciano progredire nel controllo dei suoi poteri. All’inizio della sua carriera il mago è in grado di attingere da tutte le scuole elementali, ma se vuole accedere agli incantesimi più potenti dovrà scegliere di specializzarsi.
La magia accademica ha un prezzo da pagare nel suo utilizzo in termini di energia fisica e mentale. Esaurite le riserve di energia, continuare a lanciare incantesimi diventa per il mago una tossicità che si accumula nel suo organismo compromettendone la salute. Maghi stanchi o in cattive condizioni di salute lanciano incantesimi meno efficaci di quando sono sani e riposati. Al contempo, è naturale che un mago esperto abbia imparato ad accumulare e utilizzare riserve di energia proporzionalmente maggiori rispetto a un mago inesperto. È anche possibile che un mago stanco, ferito o inesperto che cerca di lanciare un incantesimo troppo potente per le sue possibilità si trovi ad affrontare imprevisti effetti collaterali dello stesso incantesimo (es. una palla di fuoco che gli scoppia tra le mani).
Appendice Prima: I Maghi Sensitivi o Religiosi
Si definiscono sensitivi i soggetti in grado di percepire e, più raramente, di identificare correttamente, la presenza di un flusso magico nelle vicinanze. Tipicamente sono sensitive le persone che per una ragione o per l’altra si focalizzano su attività mistiche, o sono con esse in stretto contatto, come nel caso dei Paladini, tra i quali spiccano spesso personaggi dotati di capacità di questo tipo. Normalmente, però, questi soggetti non ricevono un’idonea formazione sulla interpretazione delle sensazioni che provano in presenza di flussi magici, così spesso ne elaborano il significato in base agli insegnamenti parziali ricevuti. Non è raro, quindi, che i Paladini (e i sensitivi in genere) interpretino come “male” le sensazioni di origine magica che provochino effetti sgradevoli, e come “bene” quelle che inducono stati piacevoli.
I cosiddetti maghi religiosi non formano una vera e propria categoria di praticanti della magia. Si tratta in generale di religiosi di vari culti che praticano una qualche forma di magia di carattere alchemico, sciamanico o, più raramente, naturale. Gli elementi religiosi costituiscono in genere elementi del rito magico, ma più spesso sono solo un quadro di carattere etico che il Mago si sceglie, o che ha ricevuto per istruzione. Normalmente, i Maghi religiosi compiono solo quegli incantesimi che a loro modo di vedere sono graditi alla divinità di riferimento, e scartano gli altri. Si noti bene che la fede in una determinata religione non influenza di per sé l’abilità di un praticante di arti magiche: esistono Maghi e Maghe molto potenti che hanno una propria fede religiosa in qualità di orientamento filosofico, pur condividendo la Teoria Unitaria.
Appendice Seconda: Maghi Extraplanari
Sotto questa definizione rientrano tutti i fruitori di magia che posseggono un potere innato e non ottenuto tramite studi.
Nella Valle dei Sogni risiedono molti generi di creature dotate di una magia innata, tutte a loro modo straordinarie e uniche: fa eccezione il Popolo Fatato, presente numeroso nel Protettorato di Faireyardh, anche se “Il Dominio dei Draghi” ha portato a un’invasione che ha decimato le numerose famiglie di fate, folletti, spiritelli, driadi e centauri.
Vista la connessione tra il piano materiale e i semipiani elementali, capitano sovente casi di “viaggiatori extraplanari” che solcano i reami in entrambe le direzioni, sia per volontà propria sia perché evocati da rituali magici. Questo spiega la presenza di “demoni” e perfino di “mezzi demoni”, nelle terre della Valle dei Sogni.
Le creature con sangue extraplanare sono naturalmente portate per l’uso della magia. Possiedono alcuni poteri innati che manifestano intenzionalmente oppure senza volerlo, per esempio in condizioni di stress. Anche questi poteri possono essere controllati e migliorati con lo studio, nella stessa maniera con cui vengono imparati dai Maghi Accademici. I Maghi Naturali sono, a differenza degli Accademici, facilitati nella spinta iniziale, e alcuni peculiari poteri a loro non costano fatica perché spontanei come il respirare o il camminare. Per progredire agli alti livelli della magia, però, anche i Maghi Naturali devono applicarsi con lo stesso impegno e la stessa costanza dei loro colleghi nati privi di poteri.
Appendice Terza: specificazione nella nomenclatura accademica di “Mago Naturale”
La distinzione tra Mago Naturale o Extraplanare è puramente di natura accademico-filosofica in quanto nulla modifica o interviene a modificare le abilità primarie dell’arcanista o della creatura presa in esame. Il Mago Naturale è una qualsiasi creatura che in modo innato riesce a interfacciarsi con le correnti della trama, usandole più o meno consciamente a proprio favore (rari sono i casi in cui avviene il contrario), mentre il Mago Extraplanare è colui che per discendenza o creazione porta in se il sangue (o altra forma si commistione) con uno dei semi-piani elementali.
Appendice Quarta: eccezioni, peculiarità e curiosità
Tra i numerosi maghi naturali che hanno vissuto e vivono nella Valle dei Sogni merita una particolare menzione Lyala. Figlia di un demone e di una sacerdotessa della Luna, fu una potente maga bianca prima di cadere nell’abisso delle tenebre che la trasformò in vampiro e la condusse quasi alla follia. Conosciuta come “la Tessitrice”, ha abbracciato il retaggio paterno ereditando il potere della magia del Limbo e usandolo per i suoi riti di magia negromantica.
Una particolare (e unica) categoria di maghi naturali sono i membri della dinastia Seleide, i regnanti della Valle dei Sogni. Antichissimi rituali hanno forgiato un legame arcano tra il sangue Seleide e il flusso delle correnti elementali che percorre il regno, donando ai membri della famiglia il potere innato di utilizzare la magia. La dinastia che ha creato e regna da secoli sulla Valle dei Sogni ha sempre mostrato una particolare affinità con la Sfera Elementale dell’Acqua e non è un caso, visto che l’Acqua è il principio generatore della vita.
Capitolo IV: Le Sfere di Influenza
Ogni cosa esistente è costituita da una composizione di elementi che sono forme della materia creata: Acqua, Terra, Aria e Fuoco. Ogni essere vivente e ogni cosa del mondo è composto da un insieme di questi elementi, ciascuno dei quali regola parti del corpo o processi specifici della vita, in quanto agenti grazie ai quali il mondo si trasforma e si rigenera. Anche quando i corpi vengono distrutti con la morte, si dissolvono di nuovo negli elementi che li compongono e ritornano a vivere. L’energia manifesta della natura, nei suoi Quattro Elementi, è alla base della conoscenza della magia e chi vi si accosta deve necessariamente arrivare ad una completa conoscenza dei principi che la caratterizzano.
Gli elementi hanno una gerarchia ben precisa: Fuoco e Aria sono denominati Elementi Veloci o Spirituali e per questo agiscono sugli elementi Lenti o Materiali, Acqua e Terra, innalzandoli.
Al tempo stesso gli Elementi Lenti attirano a sé quelli Veloci. Attraverso questa interazione, è convinzione del pensiero magico che sia resa possibile la vita nel mondo attraverso questo interscambio elementale.
Gli studiosi di magia si basano sulla cosiddetta Teoria della Clessidra, secondo cui i flussi dei quattro elementi interagiscono prendendo la forma di una clessidra a forma circolare. Alla base della clessidra c’è il mondo tangibile e materiale, su cui i maghi operano con i loro incantesimi. I flussi, che per loro natura tendono ad attirarsi, si restringono formando un vortice caotico, un nodo, in cui gli elementi si incrociano diventando energia pura. Dall’altra parte del nodo, là dove c’è l’altra base della clessidra, esistono i quattro mondi elementali da cui si originano le correnti stesse. L’origine della “clessidra” si deve alla creazione, in epoche lontane, di quattro sigilli magici che attraverso il ‘nodo’ ordinano le correnti elementali come un pettine, e permettono l’uso della magia nella forma alchemica, quindi attraverso lo studio e la disciplina. Qualora i sigilli si disperdessero la magia non sarebbe più accessibile a tutti, ma solo a creature con capacità innate o talento straordinario.
L’energia dei quattro elementi disgregata nel nodo può essere plasmata non per intervenire nel mondo materiale, ma per sovvertirne il funzionamento, per esempio infondere la vita in esseri inanimati, evocare creature di altri piani, e così via.
Questo genere di magia è nota come negromanzia ed è proibita nella Valle dei Sogni perché si ritiene che togliendo energia al fulcro si impedisca un normale riassetto nella distribuzione dei quattro elementi nel mondo materiale (vedi appendice prima).
La fonte di energia, si è detto, è costituita dalle cosiddette Correnti Elementali: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, seguono le Classi e le Scuole della Rosa degli Elementi, ed una esemplificazione delle rispettive sfere d’influenza è la seguente:
Acqua
Aperta: influenza l’elemento fisico dell’acqua
Chiusa: influenza il corpo degli esseri viventi (metamorfosi, malattia, cura, paralisi, etc)
Aria
Esterna: influenza l’elemento fisico aria
Interna: influenza la mente (illusioni, emozioni, etc)
Terra
Supera: influenza l’elemento fisico terra
Infera: necromanzia
Fuoco
Caldo: influenza l’elemento fisico fuoco
Freddo: influenza luce, ombra e le forme di energia (velocità, forza, teletrasporto, etc)
Non esistono scuole “miste”, ma lo stesso praticante può adoperare incantesimi di scuole diverse dalla propria, anche se troverà sempre maggior facilità a maneggiare le forze affini al proprio Orientamento, fin quasi all’impossibilità d’adoperarne una opposta.
Appendice Prima: La proibizione della Necromanzia
L’attuale Rosa è monca. L’insegnamento dell’Orientamento della Terra Infera (che ricomprende lo studio della Necromanzia) è stato sospeso e vietato da cinquecento anni a questa parte, con l’”Editto su la Necromancia et le Arti Magiche prohibite” di Artani Selede Talial, Lo Studioso . L’editto, proclamato su richiesta del Conclave, ha proibito pratica ed insegnamento di quest’arte senza specificare le ragioni di tale gesto, che all’epoca apparve ovvio. Tali ragioni, senza dubbio molto gravi, sembra non siano mai venute meno, dato che l’Editto non è mai stato revocato: si è però persa memoria di esse, e da quando sono state dimenticate dai più sono divenute uno dei segreti meglio custoditi della Valle dei Sogni. Da allora, comunque, il seggio della Terra Infera alla Tavola Alta è rimasto vacante.
Appendice Seconda: I Magister o Maestri
I maghi accademici più potenti hanno compreso a fondo i segreti della magia legata alla propria corrente elementale di specializzazione, e sono talmente connessi con il proprio elemento da padroneggiarne l’energia senza bisogno di ricorrere a incantesimi studiati sui libri. Essi sono in grado di manipolare direttamente il flusso di energia elementale a essi affine. Questi maghi, che si contano letteralmente sulle dita di una mano, vengono chiamati Magister in alcune comunità, sette, ambiti accademici e gruppi di allievi. Si tratta di un titolo onorifico, ma che non ha alcun valore nobiliare e che non è mai stato formalizzato dall’ormai disciolto Conclave della Corona. Capita talvolta che maghi senza scrupoli cerchino di accreditarsi del titolo di Magister per trarne vantaggio economico e sociale, giungendo perfino a pagare bardi e cantori per diffondere la propria nomea. Una pratica tanto rara quanto rischiosa: oltre a diventare facile bersaglio di altri maghi desiderosi di dimostrarsi più forti di un Magister, i trasgressori rischiano la plateale punizione chiamata ‘marchiatura di Sol Leryan’. Sol Leryan, un mago dell’aria che cercava di ottenere un incarico alla corte dei Seledi, si spacciò per Magister ma, messo di fronte all’incapacità di mettere in pratica ciò che prometteva, fu punito dai maghi di corte in maniera da non ripetere quell’inganno mai più: gli fu impressa magicamente una S sulla fronte. Il marchio e la conseguente certezza di essere banditi dalla comunità magica fedele alla Corona, e il rischio di diventare vittime dei più bellicosi maghi in cerca di gloria, sono deterrenti quasi sempre efficaci a scoraggiare l’uso improprio di questo titolo onorifico.
Capitolo V: Dimensioni Elementali
A metà tra le dimensioni elementali pure e il mondo materiale, esistono quattro semipiani che interagiscono con la realtà secondo diverse regole e con diversi effetti. Alcune particolari categorie di maghi alchemici, oppure creature con sangue extraplanare (come i demoni) hanno un’affinità specifica con uno dei semipiani, da cui traggono la fonte dei loro poteri.
L’Altrove
L’Altrove è il Semipiano che interseca la Dimensione Elementale dell’Aria e quella del cosiddetto Piano Materiale. E’ un piano estremamente spirituale, legato non solo all’Aria intesa come elemento, ma più in generale alla Mente e alla Conoscenza. Come anche gli altri Semipiani, l’Altrove può essere utilizzato come finestra da cui guardare e interpretare il Piano Materiale. L’Altrove lo fa con maggiore chiarezza degli altri, dal momento che è il luogo della conoscenza.
I più esperti viaggiatori nell’Altrove sono gli Sciamani, che usano questo semipiano per i loro viaggi astrali e per condurvi coloro che vogliono sottoporre ai rituali di iniziazione e di scoperta di loro stessi.
L’Altrove può apparire, ai viaggiatori che lo percorrono le prime volte, come un luogo molto simile a quello del mondo materiale, dove tuttavia le connessioni tra le cose appaiono più chiare, definite e splendenti.
La bellezza di questa visione è tale da indurre il viaggiatore astrale a contemplarla fino a smarrirsi. Per questo non è consigliato avventurarsi nei viaggi astrali senza una guida esperta (uno sciamano, appunto) come compagno.
Nel mondo dell’Altrove vivono entità che rappresentano archetipi di ogni genere di Vizi e Virtù, Emozioni e Pulsioni.
Alla vista dei viaggiatori, prendono la forma di animali guida e attraverso specifici riti sciamanici è possibile legarsi a queste entità per tutto il resto della propria vita. Dal proprio animale guida è possibile ricevere ispirazione più o meno consapevole, spesso attraverso i sogni.
Alcuni sciamani sono in grado di canalizzare i poteri del proprio animale guida nel mondo materiale, fino a trasformarsi in esso. Questa operazione è molto rischiosa perché tornare a prendere possesso della propria forma è tutt’altro che facile.
L’Eliseo è il Semipiano che interseca la Dimensione Elementale dell’Acqua e quella del cosiddetto Piano Materiale. È un piano legato non solo all’Acqua intesa come elemento, ma più in generale alla Vita degli esseri viventi.
L’Eliseo è un luogo di pura pace e beatitudine, scelto da Entità Superiori come proprio regno. È qui che risiedono gli dei del Pantheon della Luce, così come le anime dei loro fedeli. L’Eliseo è il corrispettivo valligiano del Paradiso cristiano e del Walhalla nordico.
I viaggiatori dell’Eliseo vi giungono soltanto se invitati da una delle entità superiori, e avranno una visione diversa a seconda di quello che i loro ospiti decideranno di mostrare.
Un viaggio dell’Eliseo non è cosa per tutti, né un’esperienza che può essere dimenticata facilmente.
Il Limbo è il Semipiano che interseca la Dimensione Elementale della Terra e quella del cosiddetto Piano Materiale. È un piano legato non solo alla Terra intesa come elemento, ma più in generale al Mondo Inanimato e Primordiale.
Come l’Eliseo, anche il Limbo è scelto da Entità Superiori come proprio regno. È qui che risiedono gli dei del Pantheon delle Tenebre e da quelli del Pantheon del Caos, così come le anime dei loro fedeli, ma anche le creature legate al lato più intimo e primordiale del pianeta.
Non è un caso che il Limbo sia patria di demoni, ma al contempo alimenti le energie delle creature fatate.
I viaggiatori del Limbo vi giungono se invitati da una delle entità superiori, oppure perché dotati di un immane potere negromantico. Anche in questo caso la visione che si presenterà ai loro occhi sarà diversa a seconda delle loro attitudini, e della creatura che vogliono incontrare.
Ciascuno dei signori del Limbo modellerà il suo reame a sua immagine e somiglianza.
Eppure si dice che esistano, nel Limbo, luoghi dove la natura incontaminata offre spettacoli di bellezza incomparabile.
L’Umbra è il Semipiano che interseca la Dimensione Elementale del Fuoco e quella del cosiddetto Piano Materiale. È un piano legato non solo al Fuoco come elemento, ma più in generale all’Energia che anima le cose. Come anche gli altri Semipiani, l’Umbra può essere utilizzata come finestra da cui guardare e interpretare il Piano Materiale.
I viaggiatori dell’Umbra scoprono di trovarsi in un mondo simile a quello materiale, a cui però sono stati sottratti tutti i colori tranne il nero e il verde, in diverse sfumature più o meno brillanti a seconda del livello di energia che le anima. Gli abitanti dell’Umbra sono creature simili a ombre ma dotate di sostanza e di artigli velenosi.
Nell’Umbra valgono diverse regole temporali rispetto a quelle conosciute, grazie a cui è possibile percorrere lunghissime distanze in tempi brevissimi. È l’effetto che, visto nel piano materiale, può essere spiegato con il teletrasporto. I maghi capaci a viaggiare nell’Umbra possono anche aprire portali con cui collegare due luoghi del mondo materiale. Si tratta di un potere diverso da quello dei negromanti, i cui portali collegano il mondo materiale con altre dimensioni.
Capitolo VI: I Quattro Sigilli e l'attuale Orientamento Magico.
I Quattro Sigilli furono creati per raffinare e rendere più facilmente fruibile il Flumen. La loro teorizzazione e applicazione fu discussa per i secoli antecedenti alla dinastia dei Seledi, ma solo con loro si ebbe il consenso della Corona all’attuazione di tale progetto. Primo perché Irnai II Selede Guldi era un mago naturale e sensibile all’argomento e in secondo luogo poiché l’allora spirito unitario e di fratellanza che l’unione politica del Regno si trascinava dietro mosse cuori e menti affinché vi fossero pari opportunità per tutti, perché l’accesso il Fiume magico non fosse solo prerogativa di nascita, ma un bene comune che portasse progresso e benessere in modo inclusivo e capillare nel tessuto della società.
Fin dagli albori, quando la consapevolezza dell’uso delle correnti magiche era legato al proprio retaggio, i più potenti arcanisti ascendevano a ruoli quasi divini o comunque portentosi. Assumendo un ascendente sulle comunità che spesso sfociava in conflitti. Uno dei vantaggi promossi dai detrattori alla creazione dei Sigilli fu proprio la possibilità della diffusione della conoscenza e l’indiretto vantaggio che si otteneva nel far scemare parte dell’aura di misticismo che avvolgeva i fruitori di magia rendendo tutto il Flumen Mirabilis qualcosa di più tangibile e quotidiano.
Ovviamente non mancarono gli oppositori a tale progetto, oppositori che si ritrovano anche oggi, uniti sotto lo stendardo del classismo, del potere e del controllo. Vi è tutt’oggi un Sigillo per elemento il cui scopo e dare ordine al Flumen nel piano d’esistenza a cui appartengono, pettinando e organizzando la miriade di torrenti secondari che compongono e attraversano la materia.
Il loro concepimento si basa sulla “Teoria della Clessidra” secondo cui la trasformazione dell’energia utilizzata genera caos che impiega del tempo indefinito per riorganizzarsi autonomamente prima di tornare disponibile. Questo perché la manipolazione del Flumen, secondo qualsiasi teoria già esposta, lo turba e sporca facendo collidere i “Limes” i “Confini” dei multiversi e generando quegli attriti che Galbos era riuscito ad identificare.
Più l’utilizzatore delle correnti magiche era inesperto e maggiori attriti si generavano e più l’inquinamento della fonte a cui tutti attingevano sarebbe stato grande.
Alcuni gruppi di studiosi, definiti a posteriori “Apocalittici” sosteneva che l’inquinamento così generato avrebbe finito per colmare di caos i flussi magici, avvelenandoli e rendendoli inutilizzabili o peggio generando secondo alcuni una deflagrazione e per altri un’implosione che avrebbe riportato tutto allo stato originario, ma uccidendo chiunque fosse poco più che coerente con il proprio livello di esistenza e connesso con questi torrenti.
Il timore insito in questa teoria, unito agli ideali politici dei Seledi convinsero la Tavola Alta alla costituzione dei Quattro Sigilli, uno per elemento, che avrebbero agito da catalizzatori e filtri. Vi fu però una scoperta sconcertante, poiché all’attivazione di queste “dighe” del “Flumen” fu palese che gli elementi opposti aria-terra e fuoco-acqua non si respingevano come sempre teorizzato, ma anzi si attraevano come magneti di polo opposto e nel punto della loro confluenza si generava quel “Caos” che tanto i Seledi, quanto il Conclave desideravano evitare.
La Magia del Caos o Magia Istintiva è quella a cui attingono i maghi primordiali, o meglio, tutti coloro che nascono magici.
Questo nuovo Dogma fece tremare ogni istituzione e ogni teoria fino a quel momento accettata e consolidata nei secoli di didattica.
Se immaginiamo che i quattro elementi formano la base di una clessidra a forma circolare è facile intuire come gli utilizzatori delle scuole manichee erano legati al perimetro esterno di questi flussi, senza poter accedere all’interno del “Limes” e sul quel confine si posizionava il mondo tangibile e materiale, inteso anche nella sua parte più effimera.
La materializzazione del Flumen che offrivano i quattro sigilli servì oltremodo a comprendere il tessuto magico e l’energia che lo costituiva, rivelando come il cuore caotico restituisse tanta energia quanta ne riceveva dopo averla attirata nel proprio vortice restituendola già suddivisa nei quattro elementi.
Emersero dunque altri quesiti: cos’era davvero quel Caos? Ci si poteva approvvigionare a quel centro di forza in cui i flussi elementali si disgregavano? Poiché essi non si annullavano come ritenuto in passato, ma divenivano energia pura e indubbiamente plasmabile.
Alcuni sostengono che quella forma di energia sia pura vita, che pensare di utilizzarla sia un abominio, un effetto necessario quanto indesiderato del funzionamento e meccanica dell’esistenza stessa e pertanto debba essere osservato, compreso, ma mai utilizzato.
Questo effetto indesiderato fu considerato un abominio e coloro che se ne interessavano venivano puniti o esiliati, vi furono vere e proprie purghe all’interno degli istituti accademici, ma ormai il danno era stato fatto. Taluni ritengono che una parte delle motivazioni per cui sia proibita la magia della terra infera è proprio la natura stessa delle necromanzia, capace di attingere a quel caos vitale che fa capo a tutte e quattro le sfere elementali, poiché figlia di tutte, e quindi qualsiasi mago potrebbe pensare di attingere a questo “pozzo comune” con effetti miracolosi e certamente devastanti oltre ogni comprensione.
Fortunatamente e almeno fino ad oggi non risultano viventi maghi capaci di tanto o nessuno che sia rimasto sano di mente dopo aver avvicinato quella fonte di Caos.
Capitolo VII: Allineamento Emotivo-Funzionale del Mago e sue declinazioni applicate
Si è sempre considerata la magia e più nello specifico gli elementi che compongono l’energia magica come qualcosa di neutrale e inanimato. Eppure l’osservazione empirica degli stessi utilizzatori della magia, soprattutto in coloro che si specializzano in un singolo elemento, porta ad affermare che anche la magia, o meglio, gli elementi hanno un influsso sul mago.
D’altra parte se è vero il dogma fondamentale dell’energia-magia e della materia-energia si può operare il sillogismo magia-materia e ogni mago è composto di materia.
Materia palpabile, materia elementale o pura energia. Passare da uno stato all’altro è solo questione di “limature” come direbbe il Grande Arcanista e studioso Galbos. (vedi capito secondo)
L’importanza di Fuoco, Aria, Acqua e Terra nel nostro equilibrio dunque non è solo questione di composizione fisica, ma anche spirituale-comportamentale.
Il Principio della Coerenza Animae
L’universo e il nostro stesso corpo è regolato da quattro elementi (Fuoco, Aria, Acqua e Terra), che sono le fondamenta di tutto ciò che è vita. Se queste fondamenta vengono danneggiate o peggio ancora distrutte, ne risultano gravi conseguenze al sistema poiché viene a mancare un equilibrio.
Ognuno di questi quattro elementi è importante e, attenendoci agli indirizzi attuali delle dottrine mediche-clericali, se vogliamo avere una vita sana e felice è imperativo che essi operino in armonia sia all’interno che all’esterno del nostro corpo.
Quando uno studioso di arti arcane decide di imboccare la via della specializzazione dovrebbe imparare a conoscerli in se stesso e a rispettare anche quelle parti che non avrebbe voluto possedere, considerandole opportunità e non ancore della propria progressione culturale.
Il seguente schema riassume le caratteristiche principali degli elementi in relazione alla classificazione spirituale del mago:
Fuoco: è l’elemento più etereo ed è azione, creatività, energia, vivacità, manifestazione, trasformazione e purificazione. Raffigura il Corpo Spirituale.
Aria: è lo stato gassoso, è leggerezza, energia del movimento, della mente, delle idee, del pensiero, della comunicazione. È associato al Corpo Mentale.
Acqua: è associata alle emozioni e raffigura lo stato liquido, la fusione, l’adattabilità, il fluire e lo scorrere. Rappresenta il Corpo Astrale, cioè il corpo dei sentimenti.
Terra: è la percezione, il radicamento, la vita primordiale, lo stato solido dell’esistenza. Rappresenta il Corpo Fisico.
Vi sono alcuni filosofi che identificano un quinto elemento chiamato “quinta essenza o etere” composto da una sostanza che permea tutto l’universo, la cui esistenza non è ancora stata dimostrata.
Vediamo ora di entrare più in profondità nella conoscenza di questi elementi.
Dopotutto ciò implica anche una conoscenza più approfondita di noi stessi!
Ciò che segue è una dissertazione teorica delle caratteristiche subconscie dell’elemento tradotto in comportamento.
Forse questo è uno degli argomenti più complessi da trattare poiché ci mette a confronto con percezioni di noi stessi sgradevoli o indesiderate. Distrugge l’immagine preconcetta che ci siamo costruiti di noi stessi e se possibile ne plasma una nuova.
Approfondire così tanto lo studio dell’arte arcana da riuscire ad allineare il proprio essere all’elemento che si domina è pericoloso, comporta squilibrio e spesso follia.
Questo è un altro motivo per cui i Maestri o Magister di un singolo elemento sono molto rari.
La potente energia dell’elemento Fuoco genera trasformazione e purificazione, ma per far sì che ciò accada deve prima attivare la distruzione. Infatti è grazie alla sua forza distruttrice che può liberare da impurità ed elevare ad un grado superiore tutte le cose in un processo di morte e rinascita proprio come il mito dell’Araba Fenice, inoltre è l’unico dei quattro elementi che purifica senza contaminarsi.
Esso è il più potente dei quattro elementi e anche il più etereo, poiché è un riflesso dello Spirito. La sua energia illumina, riscalda, irradia vitalità, fortifica, è in grado di attivare trasformazioni e stravolgere la forma su cui agisce. Insomma il Fuoco è ciò di cui abbiamo bisogno per poterci attivare e realizzare i nostri progetti. Il Fuoco conduce al nostro mondo interno perché rappresenta lo Spirito divino che è in noi, il non-manifesto.
Lo scopo dell’esistenza sulla terra di questo elemento è quello di far emergere questo Spirito ma per farlo dobbiamo agire, dobbiamo attivare un sistema che possa liberarlo, proprio come il fuoco, che in qualche modo deve essere sprigionato. Quando il Fuoco (lo Spirito) si attiva nell’essere, questo diventa conoscenza, saggezza e illuminazione.
L’Aria è il secondo elemento superiore dopo il Fuoco ed è lo spazio incorporeo che ci avvolge e ci colma; senza essa non potrebbe esserci vita! Anche se impalpabile, inafferrabile, volatile, sottile, inodore, incolore, l’aria è colei che ci permette di comunicare poiché crea uno scambio con il mondo circostante infatti senza Aria, le parole e il suono non potrebbero propagarsi.
L’Aria viene associato alla mente e a tutte le sue facoltà sia a livello razionale che intuitivo. Purtroppo oggi questo elemento è fortemente danneggiato e insultato; lo si può notare nell’ambiente, soprattutto nei centri urbani, ma anche nel mentale delle persone attraverso il modo negativo e distruttivo che oggi l’essere umano ha di pensare. Essendo invisibile, ma indispensabile alla vita viene definito come l’elemento intermedio che si pone tra cielo e terra e quindi rappresenta il punto di contatto tra la materia e lo spirito.
Vi sembrerà strano ma il primo passo da fare per iniziare a ripulire e rispettare questo elemento è cominciare a respirare correttamente, infatti una buona respirazione porta a rilassarsi e a liberare la mente dalla negatività.
L’Acqua, questo elemento puro, sacro, vitale e che sta all’origine della vita, ha la capacità di travolgere, sostenere e dare vita. L’acqua è energia che scorre dentro e attorno a noi, non ha una forma predefinita, ma si adatta e si modella a tutto ciò con cui entra in contatto.
I nostri sentimenti e le nostre emozioni sono un’espressione dell’Acqua; senz’acqua una terra diverrebbe arida proprio come un uomo senza emozioni. Quindi i sentimenti in realtà non sono nient’altro che Acqua che vibrano ad una frequenza superiore e quando proviamo emozione, sia in positivo che in negativo, tutto il nostro corpo comincia a vibrare.
Ma questo elemento così fondamentale per la nostra esistenza può inquinarsi. Quindi qualcuno potrebbe domandarsi: se l’acqua può essere inquinata da impurità, lo possono essere anche i sentimenti? Ebbene sì! I sentimenti vengono sporcati da energie negative che si trovano nella paura, nell’invidia, nella gelosia, nell’odio, nella rabbia.
Questi sentimenti, se sono inquinati, creano danni al fisico, a volte anche gravi, così come l’acqua inquinata crea danni all’ambiente e all’uomo stesso.
L’Acqua è sempre stata essenziale per purificare infatti è grazie a essa che possiamo lavare, pulire e dissolvere ogni impurità. Iniziando ad apprezzare e ringraziare questo elemento per ciò che tutti i giorni dona, può aiutare a rimuovere energie pesanti e a far ritrovare quel contatto primordiale con i propri sentimenti.
Di tutti gli elementi, la Terra si presenta per ultimo perché è associata al corpo fisico e come alcuni di voi già sanno, la creazione parte da ciò che è più etereo fino a giungere a ciò che è più solido: Spirito (Fuoco), Mente (Aria), Sentimenti (Acqua) ed infine la Vita Primordiale cioè il corpo fisico (Terra). Essa racchiude e si prende cura dei suoi regni: minerale, vegetale, animale e umano.
È un organismo vivente, pulsante, capace di elargire doni di inestimabile valore. Grazie alla sua energia solida, stabile e duratura, l’essere umano può permettersi di fare esperienze ed evolvere. Spesso chi si addentra nel “percorso spirituale” tende a concentrarsi sullo spirito e a trascurare la materia accorgendosi però con l’andare del tempo che qualcosa non va.
Sappiate che l’evoluzione porta ad amare e ad accettare Madre Terra sotto tutti i punti di vista. Infatti è il radicamento la prima tecnica che si insegna nella meditazione e ciò significa che se volete raggiungere un equilibrio con il vostro Sé Superiore dovete innanzitutto equilibrare l’elemento Terra dentro e fuori di voi. Come fare? Iniziate a prendervi cura del vostro fisico, stando attenti a ciò che ingerite e al giusto movimento che gli concedete, e prendetevi cura anche del luogo in cui abitate e dell’ambiente circostante.
I Quattro Elementi: il Simbolismo Elementale e sue Analisi
Il triangolo è il simbolo del fuoco se ha il vertice in alto
Il triangolo è il simbolo dell’acqua e ha il vertice in basso.
Il simbolo del fuoco, (caldo e freddo) non è una figura roteante, come il cerchio, ma una figura stabile; la piramide è infatti simbolo solido del fuoco che esce dalla terra (triangolo e quadrato).
Il vero simbolo solido del fuoco, secondo alcune culture su cui non ci soffermiamo in questo capitolo, è invece il tetraedro.
Dall’unione del principio maschile Ι e femminile − nasce il simbolo della croce + che sta a designare l’equilibrio fissato tra i due principi.
Esso rappresenta dunque il raggiungimento del sommo equilibrio, tanto che alcune istituzioni magico-religiose l’hanno adottato come simbolo rappresentante la propria fede.
Dall’incontro perfetto dei due principi nasce il punto centrale che è relativo alla quintessenza e ciò genera i quattro spazi che sono relativi ai quattro elementi; analogamente dall’unione del triangolo con la punta in alto (fuoco) con il triangolo con la punta in basso (acqua) nasce il simbolo chiamato da alcuni Sigillo di Salomone detto da altri Stella a Sei Punte.
Il simbolo dell’elemento aria è prodotto dall’unione del triangolo del fuoco con la base del triangolo dell’acqua.
Il simbolo dell’elemento terra è prodotto dall’unione del triangolo dell’acqua con la base del triangolo del fuoco.
Se consideriamo il concetto di velocità, il Fuoco è l’elemento più veloce, l’Aria è abbastanza veloce, l’Acqua si pone in mezzo, e la Terra è la più lenta.
Quindi in fatto di velocità delle la sequenza: Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Mentre a livello simbolico il fuoco è il massimo della tensione verso l’alto, l’acqua è il massimo della tensione verso il basso, l’aria è tensione limitata verso l’alto, la terra è tensione limitata verso il basso.
Considerando invece il peso, l’aria è l’elemento più leggero, poi viene il Fuoco, poi viene l’Acqua, e infine viene la Terra.
Quindi il Fuoco è l’elemento più cinetico, non l’elemento più leggero, tant’è che in alcune tradizioni troviamo come elemento più leggero l’Aria.
La Classificazione degli stati d’animo per elemento può dunque esser così schematizzata:
il “tipo Fuoco” = Eterocentrismo e Autonomia
il “tipo Terra” = Egocentrismo e Autonomia
il “tipo Aria” = Egocentrismo e Eteronomia
il “tipo Acqua” = Eterocentrismo e Eteronomia
Egocentrico: ha più o meno il significato di “passivo” e indica l’individuo “interessato a sé stesso”.
Eterocentrico: ha più o meno il significato di “attivo” e indica l’individuo “interessato all’ambiente esterno”, vi è sotteso il desiderio di “uscire da sé stessi”.
Autonomo: è l’equivalente di “essere una causa”. L’eccesso di autonomia porta a non considerare le esigenze di armonia dell’ambiente e a scegliere sempre in base alle proprie tendenze ed esigenze. Può essere qualità comune sia all’egocentrico che all’eterocentrico.
Eteronomo: è l’equivalente di “essere un effetto”. Indica che il soggetto è adattabile ed è condotto a scegliere in base all’ambiente. L’eccesso di adattabilità non permette di vivere debitamente le proprie pulsioni con le relative conseguenze.